Abish aveva dieci anni quando è stato ferito nell’attentato alla chiesa cattolica di Yohannabad, la domenica 15 marzo del 2015 ed è morto poco dopo in ospedale.
Quella domenica due terroristi, che appartenevano a un movimento islamista responsabile di altri attentati contro i cristiani, si sono fatti esplodere ed Abish, che si trovava sul prato davanti alla chiesa, è stato ferito dall’esplosione. Probabilmente stava giocando oppure aspettava di entrare a messa. Sicuramente è stato ucciso perché cristiano. Con lui hanno perso la vita altre 15 persone.
La chiesa colpita dall’attentato si trova nello stesso quartiere dove la Comunità di Sant’Egidio ha la scuola della pace, un doposcuola gratuito che Abish frequentava tutte le settimane insieme ad altri bambini cristiani e musulmani. Il luogo dove è avvenuto l’attentato è un sobborgo di Lahore, dove vivono 100mila cristiani protestanti e cattolici, che hanno preferito stabilirsi in questo quartiere alla ricerca di maggiore sicurezza. È un ex villaggio missionario dedicato a San Giovanni. Con la crescita di Lahore, il sobborgo è stato inglobato nella periferia urbana, ma è rimasta una zona molto povera. In Pakistan i Cristiani sono 4 milioni (2% della popolazione) una minoranza povera, poco scolarizzata e marginalizzata. Sono dunque un facile bersaglio, sempre sotto minaccia.