Nel 1999, in preparazione del Grande Giubileo del 2000, S. Giovanni Paolo II istituì una “Commissione dei Nuovi Martiri” per indagare sul martirio cristiano del XX secolo. La commissione ha lavorato due anni nei locali della Basilica di San Bartolomeo, raccogliendo circa 12.000 dossier.
“Sono entrato nel grande archivio della Commissione Nuovi Martiri, dove sono raccolte lettere, segnalazioni, memorie che, in questi ultimi anni, sono arrivate a Roma da ogni parte del mondo. Ho cominciato a sfogliarle. Erano lettere ufficiali di conferenze episcopali di tutto il mondo. Ma anche memorie di semplici gruppi di religiosi. Leggevo e mi sono appassionato. C’erano migliaia di storie di uomini e di donne contemporanei: cristiani che erano stati uccisi in quanto tali”.
Così ne parla Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, introducendo il suo lavoro su oltre 9600 schede dell’archivio. L’esperienza di questa commissione è stata determinante perché si diffondesse nella Chiesa la coscienza delle dimensioni del martirio dei cristiani nel secolo scorso. Sono pervenute alla commissione, infatti, più di tredicimila testimonianze, alcune delle quali sono state ricordate in occasione della preghiera ecumenica in memoria dei testimoni della fede del XX secolo, presieduta da Giovanni Paolo II al Colosseo il 7 maggio del 2000.
In quella occasione Giovanni Paolo II disse:
“La generazione a cui appartengo ha conosciuto l’orrore della guerra, i campi di concentramento, la persecuzione. […] L’esperienza della seconda guerra mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con grata attenzione l’esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo. E sono tanti! La loro memoria non deve andare perduta, anzi va recuperata in maniera documentata”.
La ricchezza delle testimonianze pervenute, il loro numero così elevato, hanno fatto emergere un fenomeno prima quasi ignorato, quello di un secolo, il Novecento, profondamente segnato dalla testimonianza di testimoni della fede di ogni continente. Rimaneva però, all’indomani dell’Anno Santo, la necessità che tale patrimonio non ripiombasse nell’oblio e nella dimenticanza.
A tal fine Giovanni Paolo II ha deciso che la Basilica di San Bartolomeo all’Isola divenisse luogo memoriale per i “nuovi testimoni della fede” del Novecento. La proclamazione fu solennemente celebrata il 12 ottobre 2002, alla presenza dei Cardinali Ruini, Kasper e George, e del Patriarca ortodosso di Romania Teoctist: fu posta sull’altare maggiore la grande icona dedicata ai Testimoni della fede del XX secolo. Il 7 aprile 2008 il Papa Benedetto XVI ha onorato la memoria dei Testimoni della fede del XX e XXI secolo con una visita alla Comunità di Sant’Egidio nel suo 40° anniversario. I sei altari, ha spiegato il Papa
“Ricordano i cristiani caduti sotto la violenza totalitaria del Comunismo, del Nazismo, quelli uccisi in America, in Asia e Oceania, in Spagna e Messico, in Africa: ripercorriamo idealmente molte dolorose vicende del secolo passato. Tanti sono caduti mentre compivano la missione evangelizzatrice della Chiesa: il loro sangue si è mescolato con quello di cristiani autoctoni a cui era stata comunicata la fede”.
Di seguito proponiamo un articolo di Kurt Koch, Cardinale presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, pubblicato sull’Osservatore Romano il 17 gennaio 2020.
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