Salas nacque a Phnom Penh il 21 ottobre 1937.  Studiò a Parigi per la sua formazione sacerdotale e fu ordinato sacerdote nel 1964. Il suo primo incarico fu nella prefettura apostolica di Battambang, ma presto ritornò in Francia per ulteriori studi.

Nell’aprile del 1975 i Khmer Rossi presero il potere in Cambogia. Fondarono uno stato comunista con il nome di democratica Kampuchea: era proibita ogni espressione religiosa era proibita e la distruzione dei luoghi di culto era frequente . Nel maggio del 1975, ogni straniero in Cambogia fu espulso compresi preti e religiosi cattolici, mentre i nativi furono costretti a lavorare nelle risaie e molti di loro furono giustiziati.

Il vescovo francese Yves Ramousse era alla testa della Chiesa cambogiana quando i Khmer Rossi presero il potere. Poiché la previsione era la sua espulsione dal paese per essere uno straniero, chiamò Salas di nuovo in Cambogia. Il 14 aprile 1975, la Santa Sede nominò Salas Vescovo Coadiutore per il Vicariato Apostolico di Phnom Penh. Il 30 aprile, Mons. Ramousse fu espulso dal paese con molti altri sacerdoti e religiosi stranieri. La maggior parte dei sacerdoti e dei religiosi cambogiani rimasero nel paese, pochissimi sarebbero sopravvissuti.

Nel 1976, il vescovo Ramousse si dimise da capo della Chiesa cambogiana. Salas ne assunse la guida, ma fu inviato dal regime dei Khmer Rossi in un campo di riso a Kompong Thom. Morì di esaurimento nel settembre del 1977 nella pagoda di Traing Kork. Il 1 ° maggio 2015 la Chiesa cattolica cambogiana ha aperto ufficialmente un’inchiesta per il presunto martirio di Joseph Chhmar Salas e altre 33 persone morte durante il regime dei Khmer rossi.


Quaderno di Abish Masih bambino pakistano della scuola della pace di Lahore, ucciso in un attentato terroristico alla chiesa cattolica di Yohannabad il 15 marzo 2015

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Medz Yeghern: il Grande Male, così gli armeni chiamano lo sterminio subito per mano dei turchi nel secolo scorso,in cui persero brutalmente la vita centinaia di migliaia di persone , tanto da essere stato riconosciuto…

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Il calice e la patena di don Andrea Santoro, prete romano missionario in Turchia, ucciso mentre pregava nella sua parrocchia di Trebisonda, il pomeriggio di domenica 5 febbraio 2006.

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