L’Archimandrita Sofian Boghiu è stato per circa 60 anni monaco e quindi staretz del Monastero Antim di Bucarest. Morì il 14 settembre del 2002, Festa dell’Innalzamento della Croce. Una personalità spirituale di grande valore, riconosciuta unanimemente, che fa onore al monachesimo romeno e alla Chiesa.
La sua santità fu riconosciuta fin dall’inizio, a motivo della sua testimonianza del Vangelo vero, sia con le parole che con il colore, attraverso figli spirituali e icone. Nel tempo del comunismo costituì un punto di riferimento intellettuale e spirituale a Bucarest, soprattutto attraverso il Movimento “Roveto Ardente”, fondato nel 1945 con 40 monaci e intellettuali romeni.
Il roveto ardente – che arde ma non si consuma – era simbolo della preghiera incessante. Oltre alla preghiera quotidiana, si tenevano una serie di conferenze nella biblioteca del Monastero Antim, sul tema della preghiera, del rapporto tra uomo e Dio, sulla storia dei Padri, iniziando dal periodo apostolico. Molti credenti partecipavano a queste iniziative, nonostante i tempi difficili. P. Sofian fu arrestato, insieme ad altre 15 persone di Roveto Ardente tra cui P. Roman Braga, nel giugno del 1958. Condannato a 16 anni di lavori forzati fu internato prima a Jilava e poi a Aiud.
Dopo quattro anni fu inviato nel campo di lavori forzati di Salcia, vicino Braila. E’ tornato a casa, nel monastero di Antim, nel luglio del 1964.
A San Bartolomeo è conservato un suo oggetto monastico, detto “Paraman”, che ogni monaco porta sempre sotto al camice. Sul Paraman, che porta ricamata la Passione di Gesù, è stato scritto “E’ stato condannato a 16 anni di lavori forzati per le sue attitudini anticomuniste“.