Venerdì 14 settembre, con una preghiera solenne saranno consegnate alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola, Santuario dei Nuovi Martiri, le reliquie di Mons. Jesus Emilio Jaramillo Monsalve, vescovo martire colombiano, beatificato da Papa Francesco lo scorso anno.
Jesús Jaramillo Monsalve nacque il 14 febbraio 1916 a Santo Domingo (Colombia), entrò nell’Istituto per le Missioni Estere di Yarumal. Ordinato sacerdote nel 1940, ricoprì diversi incarichi: professore, direttore spirituale del Seminario, maestro dei novizi, rettore, assistente del Superiore generale, parroco della cattedrale di Buenaventura, Superiore generale, delegato nazionale per l’Apostolato dei laici. Nel 1962 accompagnò alla prima sessione del Concilio Vaticano II il vescovo Miguel Angel Builes, fondatore di quattro istituti religiosi (tra cui i Missionari di Yarumal) e voce di punta della gerarchia colombiana nella sua opposizione al mondo liberale.
Nel 1970 Jaramillo Monsalve fu nominato vicario apostolico di Arauca, fu ordinato vescovo l’anno seguente e nel 1984 Papa Giovanni Paolo II elevò il vicariato a diocesi.
Mons. Jesus prese pubblicamente posizione contro la guerriglia portata avanti dall’Esercito di Liberazione Nazionale: il 2 ottobre 1989, fu fermato insieme a un seminarista, alla propria segretaria e a tre sacerdoti; furono tutti rilasciati, tranne lui ed il prete suo assistente, liberato più tardi, a cui dissero di venire a riprendere il vescovo il giorno dopo. Tornato, il sacerdote trovò il cadavere del vescovo con segni di torture e di armi da fuoco.
La cerimonia di consegna avrà luogo alle 20:30 e sarà presieduta da Mons. Mario de Jesús Álvarez Gómes Vescovo di Istmina-Tadò, Colombia.
Dall’Omelia di Papa Francesco, Villavicencio, Colombia, 8 settembre 2017.
“Gesù è l’Emmanuele che nasce e l’Emmanuele che ci accompagna ogni giorno, è il Dio con noi che nasce e il Dio che cammina con noi fino alla fine del mondo. Tale promessa si realizza anche in Colombia: Mons. Jesús Emilio Jaramillo Monsalve, Vescovo di Arauca, e il sacerdote Pedro María Ramírez Ramos, martire di Armero, sono segni di questo, l’espressione di un popolo che vuole uscire dal pantano della violenza e del rancore.
In questo ambiente meraviglioso, tocca a noi dire “sì” alla riconciliazione concreta; che il “sì” comprenda anche la nostra natura. […] La violenza che c’è nel cuore umano, ferito dal peccato, si manifesta anche nei sintomi di malattia che riscontriamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi (cfr Lett. enc. Laudato si’, 2). Tocca a noi dire “sì” come Maria e cantare con lei le “meraviglie del Signore”, perché, come ha promesso ai nostri padri, Egli aiuta tutti i popoli e aiuta ogni popolo, e aiuta la Colombia che oggi vuole riconciliarsi e la sua discendenza per sempre.”