Giovedì 21 marzo a Roma, nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola, verranno ricordati i martiri del nostro tempo. La veglia di preghiera, Carità fino al martirio, organizzata dalla Diocesi di Roma (Caritas di Roma, Centro diocesano per la Cooperazione missionaria tra le chiese e Ufficio Migrantes) e dalla Comunità di Sant’Egidio, sarà presieduta dal Cardinal Vicario Angelo De Donatis.
Il momento di preghiera, in cui si farà memoria dei nomi di quanti hanno offerto la propria vita nei diversi contesti di martirio del nostro tempo, sarà preceduta da una marcia che partirà dalla Chiesa di Santa Anastasia e giungerà alla Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, dov’è custodito un memoriale dei Nuovi Martiri.
Ad accompagnare questo momento di preghiera ci sarà una video testimonianza di frére Jean Pierre Schumacher, unico sopravvissuto al massacro di Thibrine in Algeria, nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996, quando 7 monaci trappisti furono rapiti nel loro monastero con il priore, padre Christian de Chergé, di cui la Chiesa di San Bartolomeo, Santuario dei Nuovi Martiri, conserva una lettera.
Nell’anno 1999 San Giovanni Paolo II decise, in preparazione del Giubileo dell’anno 2000, di istituire una commissione Nuovi Martiri, che avrebbe dovuto indagare sui martiri cristiani del Ventesimo secolo. La commissione ha lavorato due anni nei locali della Basilica di San Bartolomeo all’Isola, raccogliendo circa 12.000 dossier di martiri e testimoni della fede giunti dalle diocesi di tutto il mondo.
Uno dei frutti di questo lavoro fu la preghiera ecumenica in memoria dei testimoni della fede del XX secolo tenutasi al Colosseo il 7 maggio del 2000, presieduta dal Papa Giovanni Paolo II alla presenza dei rappresentanti di tutte le principali Chiese cristiane.
In quella occasione il papa disse:
La generazione a cui appartengo ha conosciuto l’orrore della guerra, i campi di concentramento, la persecuzione. […] L’esperienza della seconda guerra mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con grata attenzione l’esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo. E sono tanti! La loro memoria non deve andare perduta, anzi va recuperata in maniera documentata.
Dopo il Giubileo del 2000 il papa volle che questa memoria dei testimoni della fede del Novecento potesse divenire qualcosa di visibile nella Basilica di San Bartolomeo all’isola.