Oggi, la Basilica di San Bartolomeo all’Isola, Santuario dei Nuovi Martiri, ricorda insieme alla Chiesa il Beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno.
Don Pino Puglisi era un siciliano di Brancaccio, un quartiere della città di Palermo, di famiglia devota e di umili origini. Sin dai primi anni del suo sacerdozio, negli anni sessanta, si è battuto con passione e amore per aiutare chi veniva schiacciato dai soprusi della mafia, interessandosi in particolar modo ai giovani e alle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città e dei suoi dintorni: come parroco di Godrano negli anni settanta, piccolo paese in provincia di Palermo segnato da una sanguinosa faida e, nel 1990, nel quartiere dove era nato, quando gli fu affidata la parrocchia di San Gaetano.
Padre Puglisi teneva molto al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici nella Chiesa, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali, frutto dei lavori del Concilio Vaticano II, a cui ha dedicato uno speciale riguardo preoccupandosi di diffonderne i documenti tra i fedeli. Il suo desiderio, infatti, era sempre quello di incarnare l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo tra la gente, nel territorio, assumendone tutti i problemi e farli propri della comunità cristiana.
Il 29 gennaio 1993 ha inaugurato a Brancaccio il centro Padre Nostro, da subito un punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere; ha collaborato con i laici della zona per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni.
Padre Puglisi è stato ucciso perché percepito dalla mafia come un pericolo. Il probabile movente è stato individuato nella sua azione pastorale; annunciando il Vangelo, infatti, aveva reso più incerto il dominio mafioso sulle menti e sui cuori, attraendo i giovani del quartiere e convogliando su Brancaccio le energie di individui e gruppi molto diversi.
Don Pino Puglisi affermava: Gesù ha detto: Chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Può sembrare una cosa che atterrisce prendere la croce per essere discepolo di Gesù, ma se vogliamo crescere sarà questa la logica. Se vogliamo restare immaturi, allora rifiuteremo la logica della croce, la logica del chicco di frumento. Chi vuol crescere deve accogliere la logica del chicco di frumento… Dobbiamo vivere in grazia: è questo il segreto per non avere paura della morte, per non morire. Il segreto per saperla affrontare con coraggio, con gioia anzi, è morire durante la vita, mortificandosi, sapersi distaccare, cioè saper vivere tendendo verso il cielo.
Fu proclamato beato il 25 maggio 2013.
Nel santuario dei Nuovi Martiri, custodito nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, sono conservate la sua croce e la sua stola.