Martedì 11 febbraio, in occasione della 28° Giornata del Malato, nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, è stata celebrata una preghiera per i malati. Fu San Giovanni Paolo II, nel 1993, ad istituire questo momento speciale di preghiera e di condivisione, di offerta della sofferenza, il giorno della memoria liturgica della Madonna di Lourdes.
La speciale collocazione della Chiesa di San Bartolomeo all’Isola, situata sull’Isola Tiberina tra due ospedale: il Fatebenefratelli e l’ospedale Israelitico, ha reso la basilica un luogo quotidianamente aperto al pellegrinaggio e alla preghiera personale di tanti fedeli, che affidano la sofferenza della malattia al Signore e trovano conforto nella preghiera.
La Chiesa, inoltre, edificata sulle fondamenta del tempio di Esculapio, il dio greco della medicina, è situata in un antico luogo di pellegrinaggio di numerosi fedeli, che raggiungevano l’Isola Tiberina per implorare la guarigione. Nel tempio vi era una fonte le cui acque erano ritenute prodigiose. L’antica tradizione pagana della fonte guaritrice è stata conservata anche in epoca successiva, reinterpretandola in un senso più conforme alla devozione cristiana. All’interno della chiesa si trova un pozzo battesimale che richiama la tradizione pagana dell’acqua miracolosa: l’antica tradizione taumaturgica dell’acqua è stata conservata nel fonte battesimale, mantenendo il valore purificatorio, ma aggiungendo il senso evangelico.
Papa Francesco, nel suo Messaggio per la 28° Giornata del malato, riprendendo le parole di Gesù:Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro (Mt 11, 28) ha ricordato quanti soffrono nel corpo e nello spirito! Egli chiama tutti ad andare da Lui, «venite a me», e promette loro sollievo e ristoro. (…) Gesù rivolge l’invito agli ammalati e agli oppressi, ai poveri che sanno di dipendere interamente da Dio e che, feriti dal peso della prova, hanno bisogno di guarigione. Gesù Cristo, a chi vive l’angoscia per la propria situazione di fragilità, dolore e debolezza, non impone leggi, ma offre la sua misericordia, cioè la sua persona ristoratrice. Gesù guarda l’umanità ferita. Egli ha occhi che vedono, che si accorgono, perché guardano in profondità, non corrono indifferenti, ma si fermano e accolgono tutto l’uomo, ogni uomo nella sua condizione di salute, senza scartare nessuno, invitando ciascuno ad entrare nella sua vita per fare esperienza di tenerezza.
Il testo completo del Messaggio di Papa Francesco per la XXVIII Giornata Mondiale del Malato