Oggi ricordiamo Evariste Kagorora, un giovane tutsi del Ruanda, ucciso l’11 aprile 1994, nella chiesa della Sainte Famille di Kigali, dove aveva cercato rifugio durante il terribile genocidio.
Poco dopo l’attentato che il 6 aprile del 1994 colpi l’aereo dove viaggiavano il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, e il presidente del Burundi, Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia hutu, la situazione divenne fuori controllo: si verificarono massacri sanguinosi e indiscriminati in Ruanda e Burundi, che colpirono la minoranza dei tutsi, ritenuta responsabile dell’attacco. Furono uccisi e perseguitati anche gli hutu considerati “moderati” o tolleranti. Nel giro di 100 giorni, dal 7 aprile alla metà di luglio del 1994, furono uccise più di 800 mila persone e molti bambini furono arruolati come soldati.
Evariste Kagorora fu catturato da uomini armati hutu che entrati in chiesa, obbligarono gli uomini a uscire fuori. Evariste aveva con sé soltanto la Bibbia e, sapendo cosa lo aspettava, mentre usciva dalla chiesa vide la sorella e le consegnò la Bibbia dicendole «Mi uccideranno, prendi questa Bibbia, è la cosa più preziosa che ho: è la mia stessa vita». Giunto sulla soglia della chiesa Evariste venne ucciso.
Dal 3 gennaio 2004 la sua Bibbia è custodita nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola, Santuario dei Nuovi Martiri , nella cappella dedicata all’Africa.