Il 15 settembre di 27 anni fa veniva ucciso dalla mafia don Giuseppe Puglisi. Era la sera del suo cinquantaseiesimo compleanno. Dopo una giornata piena di incontri, come suo solito, solo sotto casa incontra i suoi sicari che, simulando una rapina, gli puntano una pistola alla nuca. Don Puglisi sorride e sussurra: Me l’aspettavo. Muore con un sorriso sulle labbra che rimarrà impresso per sempre agli amici, ai conoscenti e a chi ha compiuto l’estremo gesto togliendogli la vita. 

La Basilica di San Bartolomeo all’Isola, Santuario dei Nuovi Martiri che custodisce la croce e la stola del parroco di Brancaccio,  nel giorno dell’anniversario della sua morte ,vuole dedicare un ricordo al sacerdote siciliano che ha lottato contro la mafia a mani nude.

Don Pino Puglisi era di Brancaccio, un quartiere della città di Palermo, di famiglia devota e di umili origini. Sin dai primi anni del suo sacerdozio, negli anni sessanta, si è battuto con passione e amore per aiutare chi veniva schiacciato dai soprusi della mafia, interessandosi in particolar modo ai giovani e alle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città e dei suoi dintorni: come parroco di Godrano negli anni settanta, piccolo paese in provincia di Palermo segnato da una sanguinosa faida e, nel 1990, nel quartiere dove era nato, quando gli fu affidata la parrocchia di San Gaetano.

In padre Puglisi era vivo il desiderio di incarnare l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo tra la gente e nel territorio, assumendone tutti i problemi e farli propri della comunità cristiana; egli “ha fatto il prete col cuore di Pastore”, ha detto Papa Francesco a Palermo il 14 settembre 2018 in pellegrinaggio ai luoghi di don Puglisi. 

Il 29 gennaio 1993 ha inaugurato a Brancaccio il centro Padre Nostro, da subito un punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere; ha collaborato  con i laici della zona per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni.

Padre Puglisi è stato ucciso perché percepito dalla mafia come un pericolo. Il probabile movente è stato individuato nella sua azione pastorale; annunciando il Vangelo, infatti, aveva reso più incerto il dominio mafioso sulle menti e sui cuori, attraendo i giovani del quartiere e convogliando su Brancaccio le energie di individui e gruppi molto diversi.

Don Pino Puglisi affermava: Gesù ha detto: Chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.  Può sembrare una cosa che atterrisce prendere la croce per essere discepolo di Gesù, ma se vogliamo crescere sarà questa la logica. Se vogliamo restare immaturi, allora rifiuteremo la logica della croce, la logica del chicco di frumento. Chi vuol crescere deve accogliere la logica del chicco di frumento… Dobbiamo vivere in grazia: è questo il segreto per non avere paura della morte, per non morire. Il segreto per saperla affrontare con coraggio, con gioia anzi, è morire durante la vita, mortificandosi, sapersi distaccare, cioè saper vivere tendendo verso il cielo.

E’ stato proclamato beato il 25 maggio 2013.