Il 16 febbraio la Santa Messa domenicale della Chiesa di San Bartolomeo all’Isola è stata presieduta dal Cardinale Blase J. Cupich, arcivescovo metropolita di Chicago e titolare della basilica romana situata sull’Isola Tiberina.
Il Cardinale ha celebrato la Santa Messa in una chiesa gremita e in festa per la visita ricevuta e ha salutato con affetto le famiglie e i bambini presenti.
Di seguito l’omelia del Cardinal Blase J. Cupich
Buongiorno. Che piacere essere qui con voi oggi! E ringrazio Don Angelo per la calorosa accoglienza.
Mi hanno detto che Papa giovanni paolo Primo soleva raccontare la storia di un grande re, il quale un giorno decise di far visita al villaggio più povero del suo regno. Quando arrivò, volle vedere solo una persona,il bambino più povero del villaggio. Un orfanello si fece avanti. Era vestito di stracci. Non era ben curato e non portava scarpe ai piedi. Il re lo invitò a farsi avanti e aprì un’enorme cassa piena di monete d’oro. Prendi pure tutte le monete d’oro che riuscirai a prendere nelle tue mani, disse il re al bambini. L’orfanello si avvicinò alla cassa e cominciò a disporre le monete sulle mani così da prendere più monete possibili. Ma poi si tirò indietro, mise le mani dietro la schiena e disse: No, sua maestà, usi le sue che sono più grandi.
Mi sono ricordato questa storia mentre pregavo durante le Sacre Scritture di oggi, perché quando Gesù ci chiede di osservare la legge di Dio ci dice in trealtà dia vere fiducia in Dio. Nel Vangelo di oggi, Gesù continua il suo Sermone sul Monte, indirizzato prima al popolo della Galilea e ora a noi. Lui è il nuovo Mosè. Va sulla montagna come fece Mosè per insegnarci, per donarci una nuova legge. Ma questo nuovo Mosè, non ci da parole scritte su tavole di pietra, bensì parole scritte nei nostri cuori. Il messaggio è chiaro: Gesù ci vuole dire che Dio non ci parla solo per dirci cosa dobbiamo fare. Ci parla perché vuole toccare i nostri cuori, perché vuole conversare con noi e stabilire un rapporto di reciproca fiducia. Dio ci parla come gli amici parlano tra di loro, come le persone che si vogliono bene parlano tra di loro. Gesù vuole farci sapere che Dio non ci tratta come robots o ci dà istruzioni per eseguire ogni suo comando in modo meccanico. No, Gesù rivela un Dio che si siede tra di noi per avere una conversazione e per condividere con noi cosa c’è nel suo cuore. Dio vuole che noi percepiamo la sua preoccupazione per noi e per il nostro futuro. Dio ci chiede di riporre la nostra fiducia in Lui sapendo che in fin dei conti vuole solo il nostro bene.
Lo stesso messaggio lo troviamo oggi nel libro del Siracide, in cui leggiamo che osservare le parole di Dio significa avere fiducia in Dio, ed è quella fiducia – non le parole della legge – che ci salverà e ci darà vita. E’ vero che la legge esigerà molto da noi. Ma coloro che dipendono solo dalla legge faranno solo il minimo possibile. Al contrario, coloro che provano un profondo amore e fiducia nel prossimo, esigeranno sempre il massimo da loro stessi. E’ così che funziona tra amici. Per gli amici veri non esiste un fardello troppo grande. Persone che si fidano l’una dell’altra non pongono limiti al loro amore. Nessun sacrificio è troppo grande per loro; faranno sempre il massimo, e non il minimo, ossia il semplice adempimento della legge. Gesù ci dice che questo è il tipo di rapporto che Dio vuole avere con noi.
Puntualmente, ogni volta che celebriamo la Santa Messa, Gesù ci dona il massimo e ci dimostra cosa significa adempiere e osservare la sua parola: seguire la Parla di Dio significa assumersi il rischio di fidarsi di un’altra persona. Ogni volta che riceviamo la comunione Gesù mette la propria vita nelle nostre mani. Non solo ci dice quanto ci ama, ma anche quanto si fida di noi. E’ una fiducia che testimonia il rischio che Gesù si assume nei nostri confronti. Con la Comunione Gesù ci invita a fidarci completamente. E oggi ci chiede non solo di ubbidirlo, ma di fidarci di Lui. Se ci fidiamo di Lui sarà facile ubbidire, perché, come dice San Paolo ai Corinzi: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano.
Proprio come la presa di coscienza del bambino nella storia, Gesù vuole farci capire che fidandoci di Lui, avremo sempre ciò che ci rende veramente felici. Ci vuole rendere consapevoli che possiamo riporre la nostra fiducia in Lui, che ci darà sempre ciò di cui abbiamo bisogno, perché le sue mani sono più grandi.