Lettera del beato Stanislaw Starowieysky, cattolico polacco, scritta nel lager nazista di Dachau, dove morì il 13 aprile 1941

Stanislaw trascorse la sua infanzia a in una casa di famiglia a Krosno, dove si unì alla Congregazione Società di Maria. Dopo aver intrapreso gli studi di legge, nel 1914 dovette abbandonare la facoltà di Giurisprudenza a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e fu arruolato nell’esercito austriaco. Dopo aver combattuto sul fronte orientale in Russia e sul fronte italiano sul fiume Piane, tornò in Polonia, il 1 novembre 1918,dove si unì all’esercito polacco. Fu promosso al grado di capitano, ma durante i combattimenti si ammalò gravemente.

Il 24 agosto 1921 sposò Maria Szeptvcka con la quale ebbe sei figli. Stanislaw non riuscì a terminare gli studi in diritto, ma dedicò la sua vita a sostegno della Chiesa cattolica con opere di carità e predicando il Vangelo.

Nel settembre 1934 organizzò il Congresso Eucaristico diocesano Chelm. Sostenne con impegno e dedizione l’Azione Cattolica di cui fu vice-presidente  e, successivamente, presidente dell’Istituto Diocesano AK Lublin.  Nel 1934 Papa Pio XI gli ha conferito il titolo di ciambellano papale.

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale fece della sua casa un rifugio per tanti fuggitivi e nel 1939 con l’invasione delle truppe sovietiche nella zona di Lublino, Stanislaw e suo fratello furono arrestati. Inizialmente riuscirono a scappare  durante il trasporto a Tomaszòw Lubelski , ma durante l’occupazione tedesca, il 19 giugno 1940 Stanislaw fu nuovamente arrestato e detenuto nella fortezza di Zamosc, dove i tedeschi avevano creato un campo temporaneo per la popolazione arrestata  e  poi al castello di Lublino una prigione dove passarono oltre 40.000 persone durante l’occupazione tedesca. Successivamente Stanislaw  fu portato nel campo di concentramento di Sachsenhausen , nel blocco 49 con il numero 25711. Nel mese di settembre 1940, fu deportato nel campo di Dachau, nel blocco 23 con il numero 16532. Tra i detenuti, non ha mai rinunciato a comunicare la Parola di Dio ed ha sempre offerto il suo aiuto a chi ne aveva bisogno. Per questo fu duramente perseguitato nel campo e la sua salute ne risentì pesantemente. Morì il 13 aprile del 1941, nella notte tra il sabato santo e la domenica di Pasqua. L’urna con le sue ceneri fu mandata alla famiglia dalle autorità del campo, dopo di che fu sepolto nella tomba di famiglia a Łabuniach.

Stanislaw  fu beatificato da Papa Giovanni paolo II il 13 giugno del 1999 a Varsavia insieme a 108 beati martiri.

Il 19 ottobre 2012, durante una liturgia eucaristica presieduta da cardinale Kazimierz Nycz, metropolita di Varsavia, è stata consegnata alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola la memoria di Stanisław Starowieyski insieme a quelle dei martiri polacchi Karolina Kózkówna, e Jerzy Popiełuszk.


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