Nel suo diario troviamo scritto: "La società non si vuole preoccupare dei piccoli popoli, ha altri problemi e si dimentica della gente che vive nella giungla. Però noi missionari, dobbiamo credere nel Vangelo, lì troviamo scritto che Gesù lasciò le 99 pecore per cercare una; anche se si è pochi si ha lo stesso valore; Gesù si è preoccupato dei piccoli degli abbandonati. Così dobbiamo fare anche noi".

Il Vescovo Alejandro Labaka nacque in Spagna il 19 aprile 1920, a Beizama, piccolo villaggio dei Paesi Baschi. Frate minore cappuccino, fu parroco a Pifo, Superiore della Custodia dei padri cappuccini in Ecuador; ancora Prefetto e poi Vicario Apostolico della Missione di Aguarico. Spese tutte le sue energie a favore della popolazione amazzonica degli huaorani, chiamati anche acuas. Il 21 luglio 1987 venne colpito a morte, insieme a Suor Inés Arango, anch’essa missionaria cappuccina, dalle lance di coloro ai quali voleva annunciare il Vangelo.

Mentre era a Roma nel 1965 per il Concilio Vaticano II, scrisse a Sua Santità Paolo VI: “… ho sentito molto forte dentro di me il mandato di predicare a tutte le genti e specialmente a questi acuas. È iniziata una campagna di avvicinamento ad essi, ma – questa è la mia domanda – fino a che punto posso esporre la vita dei missionari, dei laici e la mia propria propter evangelium?… Beatissimo Padre: se nei disegni di Dio sarà necessario il sacrificio di qualche vita per portare Cristo a queste tribù, vogliate degnarvi di offrirci, insieme con la vittima divina, nella vostra Santa Messa, perché siamo degni di questa grazia e perché possiamo ottenere una benedizione speciale per tutti i missionari e per tutti coloro che ci sono stati affidati”.

Nel suo diario troviamo scritto: “La società non si vuole preoccupare dei piccoli popoli, ha altri problemi e si dimentica della gente che vive nella giungla. Però noi missionari, dobbiamo credere nel Vangelo, lì troviamo scritto che Gesù lasciò le 99 pecore per cercare una; anche se si è pochi si ha lo stesso valore; Gesù si è preoccupato dei piccoli degli abbandonati. Così dobbiamo fare anche noi”.


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Messale di mons Oscar Arnulfo Romero

Mons. Oscar Arnulfo Romero nasce il 15 agosto 1917 a Ciudad Barrios, villaggio di bassa montagna in El Salvador. Entra in seminario nella città di San Miguel e nel 1937 va a studiare a Roma dove è ordinato sacerdote nel 1942. Nel 1943 ritorna in El Salvador. E’ parroco nella diocesi di San Miguel fino al 1968, quando diventa segretario della Conferenza Episcopale salvadoregna. Nel 1970 è nominato vescovo ausiliare nell’arcidiocesi di San Salvador. Nel 1975 è vescovo di Santiago de María. Nel 1977 diviene arcivescovo di San Salvador. Muore nel 1980, ucciso durante una celebrazione liturgica da uno squadrone della morte.

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